L'intervista a "Panorama"

Fs: Mazzoncini, nel futuro di Fs ci sono i pendolari.

Fs: Mazzoncini, nel futuro di Fs ci sono i pendolari.

Con un'intervista concessa al settimanale "Panorama" Renato Mazzoncini, ad di Fs, parla delle strategie del gruppo e del futuro del trasporto su rotaia e dei pendolari. 

"Pendolari, così vi cambierò la vita". Così il settimanale "Panorama", oggi in edicola, titola l'intervista concessa da Renato Mazzoncini, numero uno di Fs.   Nella lunga chiacchierata con Guido Fontanelli, autore dell'intervista, l'amministratore delegato delle Fs ha ribadito quello che da tempo ama ripetere in ogni occasione pubblica: "la musica sta cambiando". In effetti, la frenetica attività del numero uno di Fs ha portato qualcosa di mai visto prima all'interno del "pachiderma" ferrovie: annunci, presentazione di nuovi treni, e poi acquisizioni di società all'estero e in Italia, conferenze sul trasporto locale; insomma molta presenza ma anche parecchi fatti.     In attesa di scoccare le "Frecce" a Piazza Affari, il bresciano che guida le ferrovie dal 1 dicembre 2015, squaderna i progetti di Fs per i prossimi anni e mette al centro delle strategie future i pendolari, anime dannate della mobilità, e da sempre vittime sacrificate sull'altare dei bilanci col buco delle regioni.     La musica non sarà più la stessa, per le povere vittime, ma Mazzoncini chiede in cambio qualcosa che in molti non sono disposti a concedere: rinunciare alle gare e affidare ancora una volta il servizio a Trenitalia. Sul piatto – dice all'intervistatore – "Fs sono disposte a mettere 4,5 miliardi di investimenti in nuovi treni e tempi brevi: 2 anni contro i 5-6 necessari dopo l'aggiudicazione delle gare".     E continua: "Da almeno due anni il grosso dei nostri sforzi è concentrato sul trasporto locale. Il che non significa guardare solo alle ferrovie: ogni giorno 5,4 milioni di italiani si spostano sui mezzi pubblici, di cui meno di un terzo viaggia su Trenitalia. Il pendolare ha bisogno di un sistema integrato di trasporti: arriva in treno e poi sale sulla metropolitana o sull'autobus. L'ideale è che lo possa fare usando un unico abbonamento. Noi stiamo facendo questo in Piemonte, in Veneto, in Umbria.      La strategia di Fs è "semplice": "Alle società locali proponiamo per prima cosa di integrare i servizi in modo da far pagare un unico biglietto. In alcuni casi, poi, entriamo direttamente nelle aziende. La nostra controllata Busitalia sta partecipando a varie gare per la gestione del trasporto locale: abbiamo acquisito le società di Padova, di Rovigo, di tutta l'Umbria, di Firenze, di Salerno. Di solito entriamo quando troviamo situazioni critiche che vanno risolte. Se riusciamo a mettere in piedi un piano industriale, siamo disponibili anche ad acquisire la gestione. Dove invece le aziende locali funzionano, ci limitiamo a cooperare".      Finchè si tratta di piccole o medie società le difficoltà sono facili da affrontare. Poi ci sono i casi "impossibili" come la capitolina Atac e la napoletana Anm. Mazzoncini non si scompone; nonostante il collasso delle aziende, l'ad di Fs dice ai sindaci: "fate la gara e noi partecipiamo", e aggiunge: "Se a Perugia o a Firenze, dove noi gestiamo i trasporti, c'è qualcosa che non va, il sindaco si arrabbia, se la prende con noi e può farci pagare multe e penali. Ma se il sindaco è azionista dell'azienda, con chi se la prende?".      E giù i dati delle Fs col turbo. Dice al settimanale: "Nel 2014 abbiamo iniziato a invertire la nostra strategia, che coinvolge tutte le Regioni tranne la Lombardia, dove le ferrovie non sono gestite da noi. Pur avendo sostituito appena 200 treni regionali sui nostri 1.200, abbiamo ottenuto risultati eccezionali: l'82,6 per cento dei clienti si dichiara soddisfatto (+6,6 in due anni); 90,6 per cento di puntualità (non oltre 5 minuti di ritardo). E poi le pulizie sulle carrozze (con addetti viaggianti) e maggiore sicurezza (con le telecamere sparse ovunque).     Insomma, "la musica sta cambiando", anche grazie ai soldi del fondo nazionale dei trasporti rivisto e corretto dal ministro Delrio, ma cambierà di più – dice senza giri di parole Mazzoncini –  se le gare salteranno un giro (fino al 2034 visto che la Ue dà la possibilità di fare ancora contratti fino a quella data con affidamento diretto).

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