«Cosa fa la Regione Veneto per favorire il diritto alla mobilità di tutti i suoi cittadini? A che punto siamo con il trasporto regionale e con quello locale? E da parte nostra, cosa possiamo e dobbiamo fare?»: se lo chiedono i componenti del Gruppo di Lavoro Accessibilità e Mobilità della FISH Veneto, che il mese scorso si sono incontrati per dare il via a una riflessione seria, «perché il diritto alla mobilità ha bisogno di traduzioni concrete»
«Convegni a tutto spiano sulle barriere, sul turismo accessibile, sui percorsi in montagna, il tutto all’insegna di un unico slogan: basta con le barriere! A prima vista sembra un contrattacco in piena regola su tutti i fronti, da quello della disabilità fisica a quello della disabilità sensoriale, una vera e propria “sollevazione popolare” destinata a mietere successi e a farla finita con le barriere, una volta per tutte. Poi, però, ti accorgi che non è proprio così».
Lo scrivono Enrico Agosti, Giuseppe Marinò, Dario Ceroni eChristian Tosato, componenti del Gruppo di Lavoro Accessibilità e Mobilità della FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). «Basta sfogliare una rassegna stampa quotidiana – continuano – dove balzano subito in evidenza i casi personali di madri che protestano, di ascensori che non funzionano, di gradini che impediscono l’accesso a edifici pubblici e privati, di stazioni ferroviarie senza servizi, di persone con disabilità letteralmente “cacciate” da bar e alberghi». «A che punto siamo – è la domanda della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap – con il trasporto regionale e con quello locale? Cosa fa la Regione per favorire il diritto alla mobilità di tutti i suoi cittadini? Cos’è stato realizzato finora nelle città capoluogo del Veneto e nei piccoli Comuni? A che punto siamo con i PEBA, i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, prescritti da una Legge Nazionale di quasi trent’anni fa [Legge 41/86, articolo 32, comma 21 e comma 22, N.d.R.]? Come agisce e cosa propone il gruppo di lavoro sulle barriere istituito dalla Giunta Regionale? E da parte nostra, cosa possiamo e dobbiamo fare?».
A quest’ultimo quesito i rappresentanti della FISH Veneto forniscono già una prima risposta, che coincide con un chiaro progetto di lavoro: «Come Federazione, vogliamo dare vita a una riflessione seria, senza slogan e chiacchiere inutili, perché il diritto alla mobilità ha bisogno di traduzioni concrete e di città diverse. Sappiamo, per citare un esempio, che l’Assessore alla Mobilità del Comune di Vicenza ha dichiarato che gli Uffici Tecnici sono demotivati e che i Comuni non sono disposti a spendere per i corsi di aggiornamento, ma è proprio così? E di cosa hanno davvero bisogno i Comuni?». «I concetti di accessibilità e di mobilità – concludono dalla Federazione veneta, allargando ulteriormente i concetti espressi – sono strettamente legati all’autonomia e all’integrazione delle persone con disabilità. Da anni si legifera in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche, al punto che l’Italia risulta il Paese europeo più regolamentato in tale materia e allo stesso tempo il Paese dove meno vengono rispettate le Leggi. La battaglia per il rispetto dei diritti ha bisogno di consapevolezza e di azioni incisive. Le semplificazioni, i facili slogan, le mozioni sul commissariamento dei Comuni che non hanno predisposto un PEBA lasciano il tempo che trovano».