Quello che è nato come uno sfogo su Facebook (3mila condivisioni) è diventato una petizione su Change.org sottoscritta da 52mila persone
Sara Poluzzi, "ciclo-ferro-pendolare" di Bologna, è diventata la paladina dei ciclisti emiliani grazie alla sua battaglia perché Trenitalia ripristini l'abbonamento regionale bici+treno. Un aggravio economicamente pesante per chi, come Sara, sposa la mobilità sostenibilee sceglie di non usare la macchina per raggiungere il posto di lavoro. La battaglia della manager, che viaggia quotidianamente sulla tratta Bologna-Imola («In otto anni ho risparmiato 3,8 tonnellate di anidride carbonica»), è stata fatta propria dall'associazione Salvaiciclisti («La petizione ha una grande partecipazione perché in modo chiaro chiede al Paese di fare un passo in avanti») mentre la Fiab spera di avere risposte dalla Regione: in attesa di un titolo di viaggio valido da Triestea Palermo, si augura sia ripristinato almeno l'abbonamento regionale. Ma perché Trenitalia l'ha cancellato? L'Azienda risponde che a utilizzarlo erano in pochissimi («mai più di dieci all'anno») e il rinnovo del sistema informatico di biglietteria ha mandato in pensione il titolo cartaceo. Un passo indietro al momento non è previsto, vista anche «la diffusione delle biciclette pieghevoli, che viaggiano gratis». Risposta inaccettabile per la Fiab: «Perché costringere i pendolari ad acquistare una pieghevole?», si chiede il coordinatore regionale Bibì Bellini, che presto sul tema incontrerà l'assessore regionale Raffaele Donini. «Riteniamo l'intermodalità un valore, nei limiti della situazione finanziaria siamo disponibili a intervenire», promette il titolare della Mobilità.